venerdì 31 luglio 2015

Recensione: I colori che ho dentro di Nadia Boccacci

Ringrazio la Butterfly edizioni per avermi permesso di leggere questo libro

11232900-521304524687030-5040104184702676466-nTitolo: I colori che ho dentro
Autore: Boccacci Nadia
Prezzo di copertina: € 12,90
Dati: 2013, 176 p., brossura
Editore: Butterfly Edizioni (collana Sussurri)

TRAMA
Grigio: l'incertezza di Gemma e i dubbi a proposito di Marco, il ragazzo che ama ma che la tradisce. Giallo: il caldo ricordo di tata Armida, l'odore del tè e dei biscotti, le fiabe con le quali allietava una Gemma bambina. E poi il blu cupo dell'addio a Marco e il rosso tumultuoso di un nuovo incontro: quello con Pierre, artista pieno di talento ma anche di segreti. Sul fondo, le tinte accese di un'assenza che ha segnato la vita di Gemma e che ancora brucia come una ferita aperta: l'allontanamento di sua madre e il continuo ondeggiare tra nero e bianco, rancore e perdono. Con una narrazione che è poesia dei colori, Nadia Boccacci ci insegna che siamo i soli padroni di noi stessi e che solo noi possiamo decidere se lasciarci trasportare dalla corrente o se vivere tutte le nostre sfumature, anche quelle più cupe. In fondo, come Gemma scoprirà, niente è nero per sempre: bisogna solo trovare, nel fondo di sé, il coraggio di vivere a colori.

RECENSIONE
Il libro comincia con la presentazione della protagonista, Gemma, che vive a Roma. Dalle prime pagine sembra una ragazza come tante altre, universitaria innamorata di Marco il suo fidanzato. Con lo scorrere delle pagine ci si rende conto che la tradisce con un'altra e consapevole di essere innamorata dell'uomo sbagliato dopo parecchie difficoltà la ragazza si convince a lasciarlo. La sua tristezza prevale fino a quando decide di partecipare a un corso sui colori tenuto da un certo Pierre e i due non non si sono di certo indifferenti. Con il passare del tempo si avvicinano sempre di più ma Gemma cerca sempre di mantenere una certo distacco perchè ha paura. La sua  insicurezza prevale non si fida più di nessuno e si sente responsabile. Questo si somma al senso di colpa che provava a cinque anni in seguito all'abbandono della madre fuggita lontano per formare un'altra famiglia, dimenticandosi di lei e del padre. Alcuni capitoli ripercorrono la vita di Gemma da bambina, le giornate passate con la tata Armida che è andata a sostituirsi quasi interamente alla madre assente. La tata infatti per tutta la durata del romanzo avrà un ruolo particolare, sarà da lei che la ragazza andrà nei momenti più tristi per trovare conforto in quanto è considerata una delle poche persone oltre al padre che le vuole veramente bene.
Bello il rapporto che c'è tra il romanzo e i colori, oltre al titolo di ogni capitolo infatti hanno un'importanza anche nella storia in quanto associati allo stato d'animo della protagonista. Alcuni capitoli sono narrati in prima persona dalla stessa Gemma, che narra le vicende al tempo presente, altri capitoli sono scritti in terza persona da un narratore esterno che vede la vicenda in modo più obiettivo rispetto a lei.

8/10

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