giovedì 28 gennaio 2016

Boyne John: Il bambino con il pigiama a righe

Ieri, per la giornata della memoria, non potevo non avvicinarmi a un romanzo proprio su questo tema e visto che questo libro era li da un po' ho pensato che fosse il momento giusto di leggerlo!

81c-W6-WIf-VRL-SL1294Titolo: Il bambino con il pigiama a righe
Autore: Boyne John
Prezzo: € 10,90 (qui)
Dati: 2008, 211 p., brossura
Traduttore: Rossi P.
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli (collana Burextra)

TRAMA
Leggere questo libro significa fare un viaggio. Prendere per mano, o meglio farsi prendere per mano da Bruno, un bambino di nove anni, e cominciare a camminare. Presto o tardi si arriverà davanti a un recinto. Uno di quei recinti che esistono in tutto il mondo, uno di quelli che ci si augura di non dover mai varcare. Siamo nel 1942 e il padre di Bruno è il comandante di un campo di sterminio. Non sarà dunque difficile comprendere che cosa sia questo recinto di rete metallica, oltre il quale si vede una costruzione in mattoni rossi sormontata da un altissimo camino. Ma sarà amaro e doloroso, com'è doloroso e necessario accompagnare Bruno fino a quel recinto, fino alla sua amicizia con Shmuel, un bambino polacco che sta dall'altro lato della rete, nel recinto, prigioniero. John Boyne ci consegna una storia che dimostra meglio di qualsiasi spiegazione teorica come in una guerra tutti sono vittime, e tra loro quelli a cui viene sempre negata la parola sono proprio i bambini.

LA MIA RECENSIONE
Nonostante avessi visto il film diverse volte e quindi conoscessi benissimo la trama e il triste epilogo, questo libro mi è piaciuto veramente molto. Sia per come è stato scritto, sia perché la storia vissuta  dal punto di vista di un bambino di soli 9 anni renda il tutto ancora più triste e tragico ma nello stesso tempo è piena di innocenza e pensieri positivi. Siamo nel 1942 e Bruno, figlio di un Comandante, è costretto a lasciare Berlino con la sua famiglia per trasferirsi in Polonia dove il padre è stato mandato per dirgere il campo di sterminio di Auschwitz. Da bambino innocente com'è, vede solo la differenza, il degrado che appare tutto intorno a lui e la tristezza perchè è più circondato da amici con cui giocare, e non può esplorare come faceva invece nella grande e lussuosa casa di Berlino. All'inizio cerca di corrompere tutte le persone presenti perchè in quella casa ci sono molte persone che gli fanno paura, soprattutto un soldato a servizio di suo padre. Tenta proprio con tutti, compresa la camerera per convincerli a tornare indietro, che è uno sbaglio restare li, ma con il tempo capisce che d'ora in poi sarà li la sua casa e non ci proverà nemmeno più. Um giorno dalla sua cameretta vede in lontananza un reticolato con all'interno delle persone tutte vestite uguali che lui definisce in pigiama. Non capisce perchè lui è costretto a restarsene li tutto solo, mentre dall'altra parte della rete ci sono tante persone, e forse anche tanti bambini che possono giocare insieme. All'inizio non sa che fare ma poi condivide con sua sorella questa scoperta. Da ragazzina più grande, Gretel riesce a spiegargli che quello è il loro posto, che devono stare divisi da loro perchè sono una razza diversa e non devono averci a che fare. Le giornate passano, tra lo studio e i giochi che Bruno cerca di inventarsi ma si sente solo. Non è molto convinto di quello che le ha detto la sorella e, di nascosto,durante una delle sue esplorazioni all'esterno, arriva fino alla rete che aveva visto tempo prima. Trova per terra tra la polvere un bambino tutto sporco, seduto a gambe incrociate. Shmuel è un bimbo polacco con il pigiama a righe, una stella cucita sulla camicia. E' nato lo stesso giorno di Bruno, anche lui ha 9 anni. Nonostante le differenze visibili, tra i due bimbi nasce subito una grande amicizia, senza pregiudizi e  differenze. Ognuno racconta la loro esperienza di vita e il come sono costretti a vivere uno da una parte e uno dall'altra del reticolato. Bruno ogni giorno porta cibo al suo amico, lo vede triste e non capisce il motivo in quanto considera Shmuel più fortunato, perchè al di la della rete ci sono molti bambini con cui lui può giocare. Ma cambierà idea proprio un anno dopo, quando con Shmuel si ritroverà anche lui dall'altra parte della rete indossando il suo stesso pigiama a righe. Una storia triste, ma che insegna molte cose, pensavo che guardando il film non provassi più niente invece leggere e immaginare è stato altrettanto forte.

10/10

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