martedì 27 febbraio 2018

La memoria rende liberi - Liliana Segre

Per la challenge di febbraio un genere che non leggo molto ma che credo sia importante leggere per non dimenticare

71x0pj0-YZGLTitolo: La memoria rende liberi. La vita interrotta di una bambina nella Shoah
Autori: Enrico Mentana,Liliana Segre
Editore: Rizzoli
Anno edizione: 2015
Pagine: 225 p., ill. , Rilegato
Prezzo: 17.50 € (qui)
EAN: 9788817075688

TRAMA
"Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere." Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come "alunna di razza ebraica", viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa "invisibile" agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent'anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. "Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea". Enrico Mentana raccoglie le memorie di una testimone d'eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l'adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all'amore del marito Alfredo e ai tre figli.

LA MIA RECENSIONE
La storia di Liliana Segre di famiglia ebrea, deportata a 13 anni nel campo di concentramento di Auschwitz durante la seconda guerra mondiale. Vive a Milano con il padre fino a quando le viene proibito di frequentare la scuola per le leggi razziali. Da qui il suo racconto fino al trasferimento nel campo di concentramento.
Nelle sue parole il lettore riesce a cogliere tutto il dolore provato nel suo anno di prigionia e nello stesso tempo la forza d'animo di questa ragazza fino al momento della liberazione. Liliana ha fatto della testimonianza una sua missione, ha capito che deve raccontare soprattutto a chi non ha vissuto questa orribile esperienza di vita, una parte di storia che non va dimenticata. Per questo i racconti di persone come lei, sono una cosa molto importante perché senza testimonianze dirette, questo rischia con il tempo, di scomparire.

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