giovedì 28 febbraio 2019

Challenge LPS di febbraio: Noi, bambine ad Auschwitz di Andra e Tatiana Bucci

Per la challenge di febbraio dovevamo leggere un romanzo scritto da una o due donne ed ho scelto questo

9788804708254-0-0-418-75
Titolo: Noi, bambine ad Auschwitz
Autrici: Andra e Tatiana Bucci
Curatore: M. Pezzetti, U. Gentiloni Silveri
Editore: Mondadori
Collana: Strade blu
Anno edizione: 2019
Pagine: 134 p., ill. , Brossura
Prezzo: cartaceo 17 
EAN: 9788804708254

TRAMA
La sera del 28 marzo 1944 i violenti colpi alla porta di casa fanno riemergere negli adulti della famiglia Perlow antichi incubi. La pace trovata a Fiume, dopo un lungo peregrinare per l'Europa cominciato agli inizi del Novecento in fuga dai pogrom antiebraici, finisce bruscamente: nonna, figli e nipoti vengono arrestati e, dopo una breve sosta nella Risiera di San Sabba a Trieste, deportati ad Auschwitz-Birkenau, dove molti di loro saranno uccisi. Sopravvissute alle selezioni forse perché scambiate per gemelle o forse perché figlie di un padre cattolico, o semplicemente per un gioco del destino, le due sorelle Tatiana (6 anni) e Andra (4) vengono internate, insieme al cugino Sergio (7), in un Kinderblock, il blocco dei bambini destinati alle più atroci sperimentazioni mediche. In questo libro, le sorelle Bucci raccontano, per la prima volta con la loro voce, ciò che hanno vissuto: il freddo, la fame, i giochi nel fango e nella neve, gli spettrali mucchi di cadaveri buttati negli angoli, le fugaci visite della mamma, emaciata fino a diventare irriconoscibile. E sempre, sullo sfondo, quel camino che sputa fumo e fiamme, unica via da cui «si esce» se sei ebreo, come dicono le guardiane. L'assurda e tragica quotidianità di Birkenau penetra senza altre spiegazioni nella mente delle due bambine, che si convincono che quella è la vita «normale». Il solo modo per resistere e sopravvivere alla tragedia, perché la consuetudine scolora la paura. Finché, dopo nove mesi di inferno, ecco apparire un soldato con una divisa diversa e una stella rossa sul berretto. Sorride mentre offre una fetta del salame che sta mangiando: è il 27 gennaio 1945, la liberazione. Che non segna però la fine del loro peregrinare. Dovrà passare altro tempo prima che Tatiana e Andra ritrovino i genitori e quell'infanzia che è stata loro rubata. Le sorelline trascorreranno ancora un anno in un grigio orfanotrofio di Praga e alcuni mesi a Lingfield in Inghilterra, in un centro di recupero diretto da Anna Freud, dove finalmente conosceranno la normalità. Secondo le stime più recenti ad Auschwitz-Birkenau vennero deportati oltre 230.000 bambini e bambine provenienti da tutta Europa, solo poche decine sono sopravvissuti. Questo è lo struggente racconto di due di loro.

LA MIA RECENSIONE

Questo non è il solito libro sulla Shoah: le sorelle Bucci ormai due donne, ricordano e raccontano la loro vita di bambine, sopravvissute al campo di concentramento di Birkenau durante la seconda guerra mondiale. La loro famiglia, ebrea ma in parte cattolica spera fino all'ultimo di scampare alle leggi razziali. Purtroppo ciò non avviene e a 4 e 6 anni nel 1943 le due sorelle vengono portate con la madre nel campo di concentramento in Polonia. Con loro anche la nonna, la zia e il piccolo Sergio che purtroppo non riuscirà a sopravvivere. 
Andra e Tatiana raccontano con schiettezza e lucidità quella brutta parte della loro vita e nello stesso tempo riescono a trarre da questa tremenda esperienza qualcosa di buono: dare  testimonianza attive per i ragazzi di oggi in modo da non far mai dimenticare questa brutta parte di storia anche a chi fortunatamente non lo ha vissuto in prima persona. 

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